Toyota – Usa, multa di 180 milioni di dollari per la violazione del Clean Air Act
La Toyota ha raggiunto un accordo con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti per chiudere l’indagine civile sui ritardi nell’invio all’Epa, l’Agenzia per la protezione ambientale, dei documenti relativi alla certificazione delle emissioni inquinanti. L’inchiesta, avviata per violazione delle disposizioni del Clean Air Act, risale al 2016 ed è stata chiusa con il consenso da parte dei nipponici a pagare una sanzione amministrativa di 180 milioni di dollari e a predisporre una serie di rapporti da inviare alla autorità statunitensi con cadenza semestrale.
L’accusa. Per il ministero, l’accordo risolve “le violazioni dei requisiti stabiliti dal Clean Air Act per la segnalazione dei problemi relativi alle emissioni”. In particolare, il dipartimento si sofferma sulle disposizioni che obbligano i costruttori a informare tempestivamente le autorità di vigilanza sui potenziali difetti delle soluzioni progettate per controllare le emissioni. Secondo il procuratore federale Audrey Strauss, la Casa non è riuscita a garantire la giusta “attenzione e supervisione agli obblighi di segnalazione del Clean Air Act”. “Le azioni della Toyota”, ha aggiunto Strauss “hanno probabilmente portato a ritardare o a rinviare le campagne di richiamo legate alle emissioni, con conseguenti vantaggi finanziari per l’azienda ed emissioni eccessive di inquinanti atmosferici”. Le violazioni sarebbero state perpetrate per una decina di anni fino al 2015.
La difesa. Il costruttore ha precisato di aver identificato, quasi cinque anni fa, “un difetto procedurale che ha provocato un ritardo nella presentazione all’agenzia per la protezione ambientale di alcuni rapporti non pubblici sui difetti legati alle emissioni nei veicoli”. “Per quanto il ritardo nella segnalazione abbia comportato un impatto trascurabile sui livelli emissivi, riconosciamo che alcuni dei nostri protocolli di segnalazione non sono stati all’altezza dei nostri standard elevati e siamo lieti di aver risolto la questione”, ha concluso la Toyota. La multa di 180 milioni di dollari non ha precedenti nel campo della violazione dei requisiti di segnalazione delle emissioni, ma è comunque inferiore a quanto inizialmente chiesto dal Dipartimento e non è legata ad accuse di frode come nei precedenti casi riguardanti Volkswagen, Daimler o FCA.